L'iniziativa parte dal Laboratorio di documentazione e ricerca sociale del Comune di Bellaria Igea Marina e in collaborazione con il Comitato Borgata Vecchia, con l’intento di creare un incontro e un confronto fra culture e generazioni diverse. Il Festival è riconosciuto da decenni come luogo nel quale le esperienze artistiche e culturali tradizionali trovano un contesto ideale per mettersi alla prova, dare nuova vita a linguaggi e forme espressive che appartengono a vissuti popolari, nei quali tutti affondiamo le radici.
Gli obiettivi e le prospettive del progetto che diede vita alla manifestazione furono illustrati da Gualtiero Gori al Comune di Bellaria Igea Marina nella “Relazione concernente la terza fase di attività di un Laboratorio di documentazione e ricerca sociale, relativa al periodo marzo 1993 – marzo 1994, di cui segue un estratto:
“La Borgata è il luogo identificato ancora oggi nella memoria degli anziani come il vecchio cuore della Paese. Sviluppatosi come principale nucleo urbano nel corso del secolo scorso è divenuto in epoca più recente uno spazio marginalizzato che ha perduto gran parte dei segni di questo antico riconoscimento. L’ipotesi che ha portato alla progettazione dell’evento Borgatavecchia La borgata che danza si è mossa nel quadro globale di costruzione di percorsi conoscitivi ed aggregativi sulla cultura del e nel territorio a partire dalla riscoperta e riappropriazione dei suoi luoghi più antichi. Un itinerario che potrà portare nel tempo e per tappe successive a reimmaginare e ridisegnare la Città attraverso una mappatura che salvaguardi e valorizzi le sue anime sotterranee e discrete.
la Borgata si è rivelata come il Luogo per eccellenza, il Centro allo stesso tempo più visibile e nascosto, lo spazio che reclamava di essere ricolmato dei suoi significati.
Fattori di spinta dell’iniziativa sono stati: da una parte l’esigenza di individuare uno spazio aperto e vissuto, in cui comunicare alla città e farvi interagire i risultati di un lavoro didattico e di ricerca sulla danza popolare (vedi …); dall’altra, le biografie e le forti sollecitazioni della Dott.sa Clara Vasini, la cui collaborazione è stata fondamentale nell’avviare positivamente l’esperienza, e del Signor Guido Angelini che aveva fornito al Laboratorio importanti materiali biografici.
Fin da subito l’obiettivo dichiarato della festa alla Borgata è stato di prefigurare, rendendo meglio percepibile le potenzialità del luogo attraverso la trasfigurazione momentanea di una festa, un punto focale, un luogo di incontro in grado ancora di esprimere nel tessuto sociale una propria originale connotazione. La festa si è posta allora come momento creativo e di socialità condiviso dai residenti per fornire i presupposti necessari per considerare la valenza di una prospettiva di riqualificazione urbanistica della Borgata attenta alle sue radici storiche, per ricreare uno spazio di vita utile al riequilibrio e ai futuri riassetto del territorio”.[fonte: www.uvagrisa.it/la-borgata-che-danza-festival-di-strada-di-musiche-della-tradizione-orale.it]